MILANO, 4\12\99
Le prime tre fotografie si riferiscono all'incontro raccontato, le altre all'incontro di un'altra fan avvenuto sempre a Milano ma in ottobre.
Un bel giorno di novembre
navigando qua e là alla ricerca di immagini e news su Bowie sono entrata in un sito
inglese dove leggo la strepitosa notizia di un suo concerto all'Alcatraz. Cominciano le
mie telefonate al locale dove ogni volta mi rispondono che il concerto non è stato ancora
confermato, fino ad un lunedì pomeriggio quando la ragazza al di là del filo mi dice che
i biglietti sono in vendita e anzi che sono già quasi esauriti. Dopo un mese di attesa,
alla parola "esauriti" mi è quasi venuto un infarto. La ragazza deve aver
sentito nella mia voce il "dolore lacerante" ; ) e prende a darmi i nomi delle
rivendite dove forse posso ancora trovarne. Siccome lavoro in P.zza Duomo a Milano,
telefono al Virgin, esauriti, alle Messaggerie, ne hanno pochi e non me li possono tener
via fino alla sera. La disperazione cresce, mi fiondo da uno dei miei capi (per fortuna ne
ho ben 3) e invento una scusa per uscire, in pochi minuti arrivo in una rivendita sotto la
metropolitana, i biglietti sono nelle mie mani. Finalmente posso dormire sonni tranquilli.
Sabato 4 dicembre alle 18.30 io e mio maritino Davide (!!), che non è un fan di Bowie ma
mi sopporta e supporta lo stesso, siamo davanti all'Alcatraz. Che emozione, quanti fan,
quante notizie, quante opinioni. Gente informatissima su tutto, vita, morte e miracoli.
Sarei rimasta ad ascoltare per ore... Poi finalmente si entra e senza troppa fatica ci
guadagnamo la 5a fila. Davanti a noi, due ragazzi di Roma (purtroppo più alti di me)
anche loro informatissimi. Poi, finalmente, entra la band, l'emozione comincia a salire,
via le luci e tutti aspettiamo l'arrivo di David sul palco. Da dove arriverà, destra,
sinistra e... ECCOLO, proprio dal punto esatto dove stavo guardando. Com'è vicino! Inizia
la musica, il boato, le nostre voci intonano Life on Mars e poi una dietro l'altra le
canzoni corrono e in un baleno è già finito tutto. Era il secondo concerto a cui
partecipavo e non lo avevo mai visto da così vicino, che spettacolo!! Peccato che appena
intonata Rebel Rebel tutti spingono, e dopo una lunga resistenza (ero in equilibrio su una
sola gamba tanto premevano) ho ceduto, a 2 canzoni dalla fine, la mia preziosa postazione
e mi sono diretta verso l'uscita.
A palco ormai vuoto usciamo.
Che caldo ragazzi!!
Una volta fuori balza all'occhio la macchina posteggiata proprio d'avanti ad una uscita, mi
piazzo li in attesa di vederlo uscire mentre Davide va a prendere la macchina per evitare
il caos. Lunga attesa, David esce, scatto una foto senza guardare, le body guard sono
troppo grosse, non mi lasciano lo spazio per guardare se non per pochi secondi. Lui è in
macchina, io esco dalla folla per raggiungere il maritino che oramai mi crederà dispersa.
Salgo in macchina e lui mi chiede "- l'hai visto? dov'è andato?" e proprio in
quel momento vedo la macchina di David a fianco alla nostra, inizio ad urlare "E'
lui, è lui..." e Davide, prontamente, mette in moto e via dietro il mitico. Gli
siamo a fianco ad ogni semaforo, entriamo dietro di loro nei divieti di transito e
finalmente siamo al Four Seasons, scendo di corsa poi mi fermo d'avanti all'ingresso,
David è ancora in macchina.
Finalmente lo vedo, si avvicina, gli allungo la copertina del
CD e gli chiedo se posso avere un autografo. Dice di si, e intanto si scusa perchè non
sta troppo bene e quindi a fretta di entrare in hotel. Non scatto foto, non mi va di
infastidirlo oltre, lui sparisce nella hall, buona notte Mr. Bowie. Non so come farvi
capire l'emozione di questo incontro, e quanto in quel momento le parole sembrassero
vuote e senza significato ed è per questo, credo, che non gli ho detto nulla. L'ho
aspettato per ben 19 anni (da quando ne avevo 11) e finalmente lo avevo visto, sentito....
Non potete immaginare in che stato ero. La mattina dopo, appena alzata, avevo già deciso
di andare fuori dal Four seasons per poterlo fotografare o anche solo rivedere. Speravo di
vederlo prima che andasse a "Quelli che..." ma ho clamorosamente sbagliato
l'orario (da qui capite che non seguo il calcio) e sono arrivata che lui già era arrivato
da Fazio. Rimango ad aspettare e conosco delle persone molto simpatiche, 2 tedesche e 2
italiane e 3 ragazzi. Passiamo il tempo parlando di come/dove/quando Bowie è diventato
importante per noi ecc. fino a quando ad un certo punto riconosco l'auto (1/2 infarto), ci
avviciniamo con calma all'entrata del Four e finalmente rieccolo (infarto totale,
nonostante tutto trovo lo stesso la forza di scattare una foto, quella più bella), subito
circondato David autografa di tutto, dai fogli bianchi alle braccia di fan che lo avevano
seguito in macchina, io sto dietro di lui, se allungo un dito lo tocco, poi ad un tratto
si gira mi dice "thanks" e io quasi paralizzata allungo la mano che lui stringe,
e con la mia mano nella sua continua a camminare (un passo o due) fino a ritrovarmi dentro
la hall, allora sento che la sua mano lascia la presa e io rimango li a guardarlo svanire
dietro un pilastro. "Adesso però deve uscire" al suono di queste parole mi sono
risvegliata ed ho visto il portiere dell'albergo che mi guardava. Che bestia, ha spezzato
l'incanto... Alle 18 l'ho visto per l'ultima volta, l'ho fotografato e salutato e infine
me ne sono tornata a casa. Ecco qui il riassunto di due giorni indimenticabili, spero di
non avervi annoiato e che le mie foto vi piacciano.
Jiò
|