In questa sezione il nostro collaboratore Fabrizio Bellanca vi accompagnerà in un viaggio attraverso le 27 maschere di Bowie, tante sono le copertine degli album che hanno contribuito alla costruzione del mito, tanti sono gli artwork che hanno illustrato i suoi personaggi dal 1967 al 2016.
Bowie è stato uno dei primissimi musicisti a concepire il rock come arte globale, aprendolo alle contaminazioni con il teatro, il music-hall, il mimo, la danza, il cinema, il fumetto, le arti visive.
Con lui scompare ogni confine tra cultura alta e bassa. Grazie ai suoi show il palcoscenico del rock si è vestito di scenografie apocalittiche, di un’estetica decadente e futurista retaggio di filosofie letterarie e cinematografiche, ma anche dell’arte di strada dei mimi e dei clown. E se in àmbito musicale la sua impronta è stata fondamentale nell’evoluzione di generi disparati, nell’àmbito dell’immagine ha saputo insegnare ad almeno tre generazioni, veicolando i suoi progetti di volta in volta attraverso una comunicazione sempre nuova, spesso provocatoria, non di rado incredibilmente efficace.