Tin Machine | It’s My Life Tour | Milano, 5 Ottobre 1991

Tin Machine Its My Life Tour Milano 5 Ottobre 1991

Tin Machine

It’s My Life Tour • Milano • 5 ottobre 1991

Il concerto di Milano con i Tin Machine segnò il ritorno di Bowie in Italia dopo le tappe non troppo fortunate del precedente Sound and Vision Tour. Al Teatro Smeraldo il 5 ottobre 1991, David Bowie e la sua band rock offrirono uno spettacolo intenso e potente in una veste più dura e sperimentale.

I Tin Machine rappresentavano per Bowie un ritorno alle origini rock, con un approccio più diretto e meno teatrale rispetto alle sue performance soliste. La band era nata nel 1988 come progetto collaborativo con i fratelli Sales e il chitarrista Reeves Gabrels, portando sul palco del Teatro Smeraldo una performance che conquistò i 2.500 spettatori presenti.

Come scrisse la critica dell’epoca, il pubblico abbandonò presto le poltrone numerate per riversarsi davanti al palco in un clima di grande eccitazione. Quando il concerto finì alle 22:30, Bowie tornò per un bis a torso nudo, durante il quale una fan gli lanciò il reggiseno che lui raccolse e posò sulle tastiere, in un momento che è rimasto nella leggenda del rock italiano.


⚙️ SCALETTA DEL CONCERTO

01. Tin Machine (intro)
02. Baby Universal
03. One Shot
04. Betty Wrong
05. Stateside
06. Amlapura
07. Goodbye Mr. Ed
08. I Can’t Read
09. Sacrifice Yourself
10. You Belong in Rock’n’roll

11. You Can’t Talk
12. Go Now
13. A Big Hurt
14. Debaser
15. If There Is Something
16. Sorry
17. Heaven’s in Here

BIS

18. I’ve Been Waiting for You
19. Under the God
20. Crack City

Nota: Scaletta tipica dell’It’s My Life Tour con 20 brani. Include sia materiale dai due album dei Tin Machine che alcune cover e reinterpretazioni di brani di Bowie.

⚙️ BIGLIETTO E MEMORABILIA

Biglietto del concerto di Milano – 5 ottobre 1991

⚙️ LA STAMPA

⚙️ LA CRONACA DELLA STAMPA

David Bowie sbarcò a Milano Linate con un volo Air France il 5 ottobre, accolto da una folla di fan scatenati e scortato da Carabinieri e guardie del corpo. Nonostante covasse un’influenza da giorni, appariva in gran forma grazie all’abbronzatura delle recenti vacanze tra Toscana, Sardegna e Positano. Si sistemò all’Hotel Hilton Milan di via Galvani.

La mattina seguente, dopo una colazione con caffè americano, brioche e spremuta d’arancia, Bowie fece shopping nel centro di Milano con tappe prolungate da Moschino in via Durini e nello show-room Versus in via Serbelloni, dove acquistò jeans firmati Versace. Il pranzo fu preparato dallo chef Gaspare Alessi: un menu tutto milanese con risotto, cotoletta al burro e zabaglione.

Al Teatro Smeraldo, 2.500 spettatori assistettero a uno spettacolo memorabile. Come scrisse Mariella Tanzarella su La Repubblica, i quattro elementi erano “uniti dall’età non più verde, dalla lunga militanza nelle fila del rhythm’n’blues e del rock e dalla voglia di fondersi in un organismo omogeneo”. Gabriele Ferraris intitolò il suo pezzo “Duro e puro”: “Alleluja. Abbiamo visto la luce del rock. L’abbiamo vista in 2.500 pigiati ed emozionati tra le poltrone di velluto del Teatro Smeraldo”.

Il pubblico abbandonò presto le poltrone numerate per riversarsi davanti al palco e nei corridoi, tutti in piedi in un clima di grande eccitazione. Quando il concerto finì alle 22:30, mentre risuonavano le note dell’ouverture di Tristano e Isotta di Wagner, la folla continuò ad applaudire rifiutandosi di lasciare il teatro. Bowie tornò per un bis a torso nudo, durante il quale una fan gli lanciò il reggiseno che lui raccolse e posò sulle tastiere.

Malgrado l’entusiasmo, l’acustica non fu impeccabile per il volume esagerato e i suoni sbilanciati. Lo stesso Bowie dichiarò al Corriere della Sera: “Stasera c’è stata molta improvvisazione e molto caos sonoro. Della prima siamo orgogliosi, sul resto cercheremo di fare un po’ di ordine”.

⚙️ GALLERIA FOTOGRAFICA

×

⚙️ MEMORABILIA DEL TOUR

Il concerto di Milano del 5 ottobre 1991 faceva parte dell’It’s My Life Tour, la tournée europea dei Tin Machine per promuovere il secondo album della band. Il tour italiano comprendeva 5 date: due a Milano (5-6 ottobre al Teatro Smeraldo), una a Firenze (8 ottobre al Palazzetto dello Sport) e due a Roma (9-10 ottobre al Teatro Brancaccio).

I Tin Machine rappresentavano per Bowie un ritorno alle origini rock, con un approccio più diretto e meno teatrale rispetto alle sue performance soliste. La band era nata nel 1988 come progetto collaborativo con i fratelli Sales e il chitarrista Reeves Gabrels. Come sottolineò la critica, il tour si concentrava su venue più intime rispetto alle grandi arene dei tour solisti di Bowie.

⚙️ VIDEO DEL CONCERTO

Il 5 ottobre 1991 il TG3 dedicò un breve servizio sull’arrivo all’aeroporto di Milano Linate di David Bowie. Ve lo riproponiamo qui sotto insieme a un video di pessima qualità del concerto, ma comunque un reperto storico prezioso.

Video: Arrivo di Bowie a Milano (TG3) • Concerto al Teatro Smeraldo

🔗 Servizio TG3 su YouTube 🔗 Video concerto su YouTube

⚙️ LA SERATA DA VERSACE

Dopo il concerto, David Bowie, Iman e i Tin Machine furono ospiti di Gianni Versace nella sua villa di Cernobbio. Tra gli invitati anche Carlo Verdone e Margherita Buy, che hanno lasciato una testimonianza preziosa di quella serata memorabile.

“Non potrò mai dimenticare il batticuore quando Versace mi prese sottobraccio dicendomi: ‘Vieni, Carlo, che ti presento David'”, racconta Verdone. “Mentre percorrevo la sala, vidi che Bowie era intento a osservare alcuni quadri. Casa Versace era un’incredibile pinacoteca dove potevi trovare pezzi assiri, mesopotamici, egizi, romani, tele del Settecento, dell’Ottocento e tante altre meravigliose opere d’arte”.

Dopo aver spiegato qualcosa del film che stava girando (Maledetto il giorno che t’ho incontrato), Verdone si inserì in una conversazione su Nicolas Poussin. Quando Bowie gli chiese se fosse appassionato d’arte, rispose: “Molto, anche perché mio padre è uno studioso dell’arte e, in particolar modo, delle avanguardie come il futurismo”. Nel sentire la parola “futurismo”, Bowie socchiuse gli occhi, tirò un respiro e sussurrò: “I love Prampolini and Depero”.

Verdone rimase stupefatto: “Per la prima volta non aveva sentito i soliti nomi di Balla, Boccioni e Carrà, bensì quelli di due futuristi importanti ma più ‘appartati'”. Replicò con orgoglio: “Mio padre possiede l’unica statua in bronzo di Prampolini e io un bellissimo olio di Depero che mi richiedono in tante mostre”.

I due conversarono ancora di pittura e non c’era un solo artista sconosciuto a Bowie. Quando Verdone chiese come una rockstar di quel livello potesse avere una cultura così vasta, Versace spiegò che per un paio di mesi all’anno Bowie girava il mondo per visitare le più importanti mostre, guidato da un famoso storico dell’arte di Harvard. Durante quei viaggi si estraniava totalmente dal mondo della musica per immergersi in quello dell’arte.

La serata si concluse con un episodio divertente: quando Verdone e Margherita Buy stavano per andarsene, scoprirono che Iman si era seduta sulla giacchetta della Buy. Dopo aver recuperato la giacchetta stropicciata senza ricevere scuse, i due uscirono cantando allegramente “Absolute Beginners” per strada.

Autore

  • DBI Crew PIC Profile 2

    La Crew al timone di David Bowie Italia | Velvet Goldmine è formata da Daniele Federici e Paola Pieraccini. Daniele Federici è organizzatore di eventi scientifici ed è stato critico musicale per varie testate, tra cui JAM!. È autore di un libro su Lou Reed del quale ha tradotto tutte le canzoni. Paola Pieraccini, imprenditrice fiorentina, è presente su VG fin dall'inizio e lo segue dagli anni '70. Entrambi hanno avuto modo di incontrare Bowie come rappresentanti del sito.

    Visualizza tutti gli articoli
Sottoscrivi
Notificami
guest

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

0 Commenti
Più vecchio
Più recente I più votati
Feedback in linea
Visualizza tutti i commenti