CAN’T HELP THINKING ABOUT ME
(David Bowie)
Question-time that says
I brought dishonor
My head’s bowed in shame
It seems that
I’ve blackened the family name
Mother says that
she can’t stand the neighbors’ talking
I’ve gotta pack my bags,
leave this home,
start walking, yeah
I’m guilty
I wish that I was sorry this time
I wish that I could pay for my crime
I can’t help
thinking about me
Remember when we used to go
to church on Sundays
I lay awake at night,
terrified of school
on Mondays
Oh, but it’s too late now
I wish I was a child again
I wish I felt secure again
I can’t help
thinking about me
As I pass a recreation ground
I remember my friends,
always been found
and I can’t
I can’t help
thinking about me
Now I leave them all
in the never-never land
The station seems so cold,
the ticket’s in my hand
My girl calls my name
“Hi Dave
Drop in, see you around, come back
If you’re this way again”
Oh, I’m on my own
I’ve got a long way to go
I hope I make it on my own
I can’t help
thinking about me
NON POSSO NON PENSARE A ME
(David Bowie)
L’interrogatorio volto a dimostrare
che ho causato disonore
Il mio capo è chino dalla vergogna
Sembra che abbia
macchiato il nome della famiglia
La mamma dice che non riesce
a sopportare le chiacchiere del vicinato
Devo fare le valigie,
lasciare questa casa,
cominciare a camminare
Sono colpevole
Vorrei essere dispiaciuto questa volta
Vorrei poter pagare per il mio crimine
Non posso fare a meno
di pensare a me stesso
Ricordi quando andavamo
in chiesa la domenica
Stavo sveglio tutta la notte,
terrorizzato dal pensiero
della scuola al lunedì
Oh ma ora è troppo tardi
Vorrei essere bambino di nuovo
Vorrei sentirmi di nuovo al sicuro
Non posso fare a meno
di pensare a me stesso
Quando passo vicino ad un parco
Ricordo i miei amici
che si facevano sempre trovare
e non posso
Non posso fare a meno
di pensare a me stesso
Ora li sto lasciando
tutti nella terra del mai più
La stazione sembra così fredda,
ho il biglietto in mano
La mia ragazza mi chiama
“Ciao Dave
Fai una capatina, ci vediamo in giro, torna
se capiti da queste parti”
Oh, sono da solo
Ho tanta strada da fare
Spero di farcela da solo
Non posso fare a meno
di pensare a me stesso
NOTE
“I Can’t Help Thinking About Me” è stata scritta e registrata il 25 novembre 1965 con la sua band dell’epoca, i Lower Third, presso gli studi Pye di Londra. Il singolo, pubblicato il 14 gennaio 1966 dalla Pye Records, aveva come lato B un altro brano scritto da Bowie, “And I Say to Myself”.
Questa pubblicazione segnò un momento cruciale nella carriera di Bowie, poiché fu il primo singolo a uscire con il nome d’arte “David Bowie”, scelto per distinguersi dal cantante dei Monkees, anch’egli chiamato Davy Jones. Sebbene il brano, un pezzo di pop rock con influenze mod, non riuscì a entrare in classifica, rappresenta un passo significativo nell’evoluzione musicale e stilistica dell’artista.
Dopo averlo eseguito dal vivo con i Lower Third fino alla fine di gennaio 1966, Bowie riprese a suonarlo con la sua nuova band, i The Buzz, in occasione della sua prima esibizione televisiva nazionale nel programma “Ready Steady Go!” nel marzo dello stesso anno. Nel maggio 1966, il singolo fu distribuito anche negli Stati Uniti dalla Warner Bros. Records, diventando il primo singolo di Bowie a essere pubblicato oltreoceano.
Il titolo del brano non lascia spazio a dubbi sul suo tema centrale: l’introspezione e l’ossessiva autoconsapevolezza. La canzone si configura come un vero e proprio manifesto autobiografico del giovane David di 19 anni, e documenta una fase cruciale della sua vita e della sua carriera. Il protagonista si ritrova a osservare il mondo circostante, ma il suo sguardo è costantemente rivolto verso il proprio futuro. La “sporca città” e le persone che “giocano a fare i ricchi” rappresentano un contesto da cui fuggire, un’identità che non gli appartiene e che sente il bisogno di abbandonare.
Il treno che attende nella stazione è il vero simbolo della fuga e della speranza. Il protagonista non sta fuggendo da un pericolo, ma sta correndo verso se stesso, spinto da un impulso irrefrenabile di realizzazione personale. L’ossessione per il proprio “io” non è egocentrismo, ma l’urgenza di definire la propria identità artistica e personale in un mondo che sembra soffocarla.
Nonostante l’iniziale insuccesso commerciale, il brano ha mantenuto la sua rilevanza storica. Bowie, infatti, lo ha re-inciso nel 2000 per l’album Toy, un progetto poi accantonato e pubblicato postumo solo nel 2021.
Dopo decenni di assenza dai palcoscenici, il brano è tornato inaspettatamente a essere eseguito dal vivo. Bowie lo ha riproposto per la prima volta in oltre 30 anni nel 1999, durante il suo “Hours Tour”. La sua riapparizione ufficiale avvenne nello show televisivo “VH1 Storytellers” in agosto, e in seguito fu incluso nella setlist per il breve tour promozionale dell’album. Altre registrazioni dal vivo di questo periodo sono state poi pubblicate in album come Something in the Air (Live Paris 99) e At the Kit Kat Klub (Live New York 99).
La canzone è stata inclusa in diverse raccolte e antologie, come Early On (1964–1966) (1991) e Nothing Has Changed (2014).
Qui potete leggere e ascoltare la versione del 2000 di Toy.