Lady Stardust | Testo e Traduzione

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LADY STARDUST

(Bowie)

People stared at the makeup on his face
Laughed at his long black hair, his animal grace
The boy in the bright blue jeans
Jumped up on the stage
And lady stardust sang his songs
Of darkness and disgrace

CHORUS
And he was alright, the band was altogether
Yes he was alright, the song went on forever
And he was awful nice
Really quite out of sight
(second time: really quite paradise)
And he sang all night long

Femme fatale emerged from shadows 1
To watch this creature fair
Boys stood upon their chairs
To make their point of view
I smiled sadly for a love I could not obey
Lady Stardust sang his songs
Of darkness and dismay

CHORUS

Oh, how I sighed
When they asked if I knew his name

CHORUS

Look, come closely now! 2

SIGNORA POLVERE DI STELLE

(Bowie)

La gente fissava il trucco sul suo volto
Rideva ai suoi lunghi capelli corvini, la sua grazia ferina
Il ragazzo coi blue jeans brillanti
Saltò sul palco
E la Signora Polvere di Stelle cantava le proprie canzoni
Di oscurità e disgrazia

RITORNELLO
E stava così bene, la band era affiatata
Sì stava bene, la canzone andava avanti all’infinito
Ed era terribilmente bello
Veramente straordinario
(seconda volta: quasi come il paradiso)
E cantò per tutta la notte

Donna fatale emersa dalle ombre 1
Per guardare questa bella creatura
I ragazzi stavano in piedi sulle proprie sedie
Per avere una visuale migliore
Io sorrisi triste per un amore al quale non potevo obbedire
E la Signora Polvere di Stelle cantava le sue canzoni
D’oscurità e sgomento

RITORNELLO

Oh, come sospirai
quando mi chiesero se conoscevo il suo nome …

RITORNELLO

Guarda, avvicinati adesso! 2

NOTE

Lady Stardust” venne registrata in sole due riprese il 12 novembre 1971 presso i Trident Studios di Londra, un dato che testimonia la straordinaria immediatezza della performance e la maturità compositiva raggiunta da Bowie in quel periodo.

La canzone si apre con un’immagine potente: “People stared at the makeup on his face / Laughed at his long black hair, his animal grace” (“La gente fissava il trucco sul suo volto / Rideva ai suoi lunghi capelli corvini, la sua grazia ferina”). Questi versi introducono il protagonista del brano, ispirato principalmente a Marc Bolan dei T. Rex, ma con sottili riferimenti anche a Lou Reed. La scelta non è casuale: Bolan rappresentava l’incarnazione perfetta del glam rock nascente, con il suo stile androgino e teatrale che tanto influenzò lo stesso Bowie.

Il brano si sviluppa come un racconto di trasformazione. Il protagonista passa dall’essere oggetto di scherno e curiosità (“People stared”, “Laughed at”) a diventare una figura magnetica che cattura l’attenzione di tutti: “Boys stood upon their chairs / To make their point of view” (“I ragazzi stavano in piedi sulle sedie / Per ottenere una visuale migliore”). È interessante notare come il pubblico stesso si trasformi da osservatore derisorio a spettatore ammaliato.

La dimensione del genere gioca un ruolo centrale nel brano. Bowie aveva già esplorato l’ambiguità di genere in vari modi: dal vestito indossato sulla copertina di “The Man Who Sold The World”, all’immagine androgina di “Hunky Dory”, fino alle sue dichiarazioni pubbliche sulla propria sessualità, nonostante fosse sposato e padre. Ma “Lady Stardust” rappresenta forse la sua dichiarazione più esplicita sulla fluidità di genere. Il protagonista viene chiamato con un nome femminile (“Lady”) ma per tutto il brano viene utilizzato il pronome maschile “he”, creando una deliberata tensione tra identità maschile e femminile.

Un momento particolarmente significativo arriva con i versi “I smiled sadly for a love I could not obey” (“Sorrisi tristemente per un amore al quale non potevo obbedire”). Qui Bowie fa un riferimento letterario sofisticato all’” Amore che non osa pronunciare il proprio nome”, il celebre verso della poesia “Due Amori” di Lord Alfred Douglas, citato durante il processo per oltraggio al pudore di Oscar Wilde nel 1895. Questo riferimento colloca il brano in una più ampia tradizione di arte queer, collegando il glam rock degli anni ’70 alla cultura underground vittoriana.

Il ritornello ripetuto “And he was alright, the band was altogether” (“E stava così bene, la band era affiatata”) funziona come un mantra rassicurante, suggerendo l’idea che nell’arte e nella performance si possa trovare uno spazio di accettazione e libertà. La ripetizione della frase “really quite out of sight” che diventa “really quite paradise” nella seconda occorrenza rafforza questa sensazione di liberazione attraverso la performance.

La canzone si chiude con un sospiro nostalgico: “Oh, how I sighed / When they asked if I knew his name” (“Oh, come sospirai / quando mi chiesero se conoscevo il suo nome”). Questi versi suggeriscono una distanza incolmabile tra osservatore e performer, tra desiderio e realizzazione, temi che Bowie ha esplorato nell’album “The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars”.

1 Il riferimento a “Femme fatale” non è casuale: si tratta del titolo di una celebre canzone dei Velvet Underground di Lou Reed, artista che Bowie ammirava profondamente e che rappresentava un altro modello di artista che sfidava le convenzioni di genere attraverso la sua arte.

2 Una nota filologica interessante riguarda l’ultima riga del brano, tradizionalmente trascritta come “Get some pussy now!” (rimedia un po’ di figa, adesso) ma che recentemente è stato scoperto essere in realtà (complice una traccia solo vocale in cui si distingue meglio la frase) “Look, come closely now!” (Guarda, avvicinati adesso!). Questo getta una luce completamente diversa sulla conclusione del brano: non più una battuta provocatoria, ma un invito a guardare più da vicino, a osservare oltre le apparenze; un tema perfettamente in linea con il messaggio complessivo della canzone. L’errore di trascrizione, perpetuato per anni, è emblematico di come anche piccoli dettagli possano influenzare significativamente l’interpretazione di un’opera. La nuova lettura si integra molto meglio con i temi della trasformazione e dell’identità che permeano il brano, invitando l’ascoltatore a un’osservazione più attenta e profonda del personaggio di Lady Stardust. (Grazie a Massimiliano Poggi per la segnalazione).

note di Daniele Federici

Autore

  • DBI Crew PIC Profile 2

    La Crew al timone di David Bowie Italia | Velvet Goldmine è formata da Daniele Federici e Paola Pieraccini. Daniele Federici è organizzatore di eventi scientifici ed è stato critico musicale per varie testate, tra cui JAM!. È autore di un libro su Lou Reed del quale ha tradotto tutte le canzoni. Paola Pieraccini, imprenditrice fiorentina, è presente su VG fin dall'inizio e lo segue dagli anni '70. Entrambi hanno avuto modo di incontrare Bowie come rappresentanti del sito.

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Crew DBI
La Crew al timone di David Bowie Italia | Velvet Goldmine è formata da Daniele Federici e Paola Pieraccini. Daniele Federici è organizzatore di eventi scientifici ed è stato critico musicale per varie testate, tra cui JAM!. È autore di un libro su Lou Reed del quale ha tradotto tutte le canzoni. Paola Pieraccini, imprenditrice fiorentina, è presente su VG fin dall'inizio e lo segue dagli anni '70. Entrambi hanno avuto modo di incontrare Bowie come rappresentanti del sito.
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4 Commenti
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Paola Barucci
Paola Barucci
5 anni fa

Per me se la cantava… era anche un po’ narciso..

Paola
Paola
Rispondi a  Paola Barucci
4 anni fa

Come tutti del resto. Comunque nel testo i personaggi sono più di uno, c’è la “donna”, il ragazzo con i blue jeans e poi tutta la band