Silly Boy Blue (2000) | Testo e Traduzione

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SILLY BOY BLUE

(David Bowie)

Mountains of Lhasa 1 are feeling the rain
People are walking the Botala 2 lanes
Preacher takes the school
One boy breaks a rule
Silly boy blue, silly boy blue 3

Yak butter statues 4 that melt in sun
Cannot dissolve all the work you’ve not done
A chela likes to feel
That his overself pays the bill
Silly boy blue, silly boy blue

You wish and wish, and wish again
You’ve tried so hard to fly
You’ll never leave your body now
You’ve got to wait to die
La la la la la la la la la la (x2)
La la la la la (x2)
Silly boy blue, silly boy blue

Child of the Tibet, you’re a gift from the sun
Reincarnation of one better man
The homeward road is long
You’ve left your prayers and song
Silly boy blue, silly boy blue
Silly boy blue, silly boy blue

SCIOCCO RAGAZZO BLU

(David Bowie)

Le montagne di Lhasa 1 sentono la pioggia
La gente cammina per le vie del Potala 2
Il maestro tiene scuola
Un ragazzo infrange una regola
Sciocco ragazzo blu, sciocco ragazzo blu 3

Statue di burro di yak 4 che si sciolgono al sole
Non possono dissolvere tutto il lavoro che non hai fatto
Un chela ama sentire
Che il proprio sè superiore paga il conto
Sciocco ragazzo blu, sciocco ragazzo blu

Tu desideri e desideri, e desideri ancora
Hai lottato così tanto per volare
Non lascerai mai il tuo corpo ora
Devi aspettare di morire
La la la la la la la la la la (x2)
La la la la la (x2)
Sciocco ragazzo blu, sciocco ragazzo blu

Figlio del Tibet, sei un dono del sole
Reincarnazione di un uomo migliore
La strada verso casa è lunga
Hai lasciato le tue preghiere e il tuo canto
Sciocco ragazzo blu, sciocco ragazzo blu
Sciocco ragazzo blu, sciocco ragazzo blu

NOTE

“Silly Boy Blue” è una canzone con una doppia genesi: originariamente scritta e registrata nell’agosto 1965 come brano mod con i Lower Third presso gli R.G. Jones Studios, fu completamente riscritta da Bowie nel 1966 dopo il suo incontro con il lama tibetano Chime Youngdong Rinpoche presso la Buddhist Society di Londra. Bowie scoprì il buddismo da adolescente, attraverso le letture del suo fratellastro Terry, i romanzi di Jack Kerouac e alcuni libri delle Penguin che gli diedero le prime basi della filosofia. Fu il libro di Heinrich Harrer che però lo appassionò: “quando avevo 19 anni divenni buddista da un giorno all’altro” ha ricordato nel 1997. “All’epoca lessi un libro che mi influenzò davvero molto chiamato Sette anni in Tibet. Harrer fu uno dei primi occidentali a trascorrere del tempo in Tibet; in effetti uno dei primissimi occidentali ad andare in Tibet e scoprire questa straordinaria esistenza e questa filosofia così sublime“. La canzone, la prima di impronta buddista, è ispirata proprio dalle descrizioni di Harrer di Lhasa e del palazzo invernale di Potala del Dalai Lama.

La versione finale fu registrata l’8-9 dicembre 1966 presso i Decca Studio 2 con Derek Boyes (pianoforte), Dek Fearnley (basso), John Eager (batteria e gong cinese) e Marion Constable ai cori, la prima donna a cantare in una registrazione di Bowie. Il brano fu pubblicato il 1° giugno 1967 come nona traccia dell’album di debutto David Bowie attraverso la Deram Records. Rappresenta la sua prima canzone con una narrativa completamente in terza persona, raccontando la storia di un giovane monaco tibetano che “infrange una regola” e fatica a concentrarsi durante l’istruzione religiosa.

Il testo incorpora terminologia buddista autentica come “chela” (discepolo religioso), riferimenti geografici specifici e immagini culturalmente accurate come le “statue di burro di yak“. La canzone segna l’inizio del duraturo interesse di Bowie per il buddismo tibetano e le filosofie orientali, tema che svilupperà ulteriormente in brani come Karma Man (1967) e Seven Years in Tibet (1997).

Eseguì il brano in diverse sessioni BBC nel 1967 e 1968, quest’ultima con elaborate orchestrazioni di Tony Visconti e cori “Chime” in omaggio al suo maestro buddista. Questa versione è quella riarrangiata e reincisa nel 2000 per l’album Toy, uscito postumo nel 2021, con Earl Slick alla chitarra, Gail Ann Dorsey al basso e Mike Garson al pianoforte.

E’ stata definita “la sua prima grande canzone”, e Mojo nel 2015 l’ha classificata al 78° posto tra le migliori canzoni di Bowie. Il brano stabilisce il template delle narrazioni in terza persona e della creazione di personaggi che caratterizzerà la produzione matura dell’artista, prefigurando i futuri alter ego come Ziggy Stardust.

Qui trovate la versione originale del 1967.


1 Lhasa è la capitale storica del Tibet, situata a 3.656 metri di altitudine sull’altopiano tibetano. Sede tradizionale del Dalai Lama e centro spirituale del buddismo tibetano per oltre mille anni, la città è attualmente sotto controllo cinese dal 1950. Nel periodo in cui Bowie scrisse la canzone, la situazione politica del Tibet era particolarmente drammatica, essendo avvenuta da poco la fuga del XIV Dalai Lama in India nel 1959.

2 Il testo originale del brano riporta erroneamente il termine “Botella” invece di “Potala“. Questo errore di trascrizione si è perpetuato negli anni e ancora oggi molte fonti riportano la dicitura sbagliata. Il Palazzo del Potala è un’imponente fortezza-monastero che si erge sulla Collina Rossa a Lhasa, costruito nel XVII secolo e simbolo del Tibet. Fu residenza invernale del Dalai Lama dal 1649 fino alla fuga del 1959, e oggi è considerato Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

3 Il titolo presenta diverse sfumature interpretative che rendono complessa la traduzione. “Silly” in inglese significa letteralmente “sciocco” o “stupidino”, ma nel contesto di un giovane monaco buddista può essere interpretato più benevolmente come “ingenuo” o “immaturo”, sottolineando l’inesperienza spirituale piuttosto che una mancanza di intelligenza. “Blue” crea un interessante doppio livello semantico. In inglese, “blue” significa sia “blu” (colore) che “triste” o “malinconico”, ma nel contesto del buddismo tibetano il blu assume un significato sacro profondamente diverso. Nel pantheon buddista tibetano, il blu è il colore della saggezza primordiale e della compassione infinita: il Buddha della Medicina (Bhaisajyaguru) ha il corpo blu, così come Avalokiteshvara (Chenrezig), il bodhisattva della compassione di cui il Dalai Lama è considerato incarnazione terrena. Molte divinità tantriche sono rappresentate in blu per simboleggiare la trascendenza e la coscienza pura. La scelta di tradurre con “Sciocco ragazzo blu” mantiene sia il contrasto che la ricchezza semantica dell’originale: da una parte l’immaturità umana del giovane monaco che “infrange una regola”, dall’altra il suo potenziale spirituale divino simboleggiato dal colore sacro. Il titolo non è quindi un giudizio negativo, ma descrive la condizione paradossale di chi è ancora “sciocco” nel mondo materiale ma già “benedetto” (blu) nel percorso verso l’illuminazione. Visto che il brano parla, probabilmente, del Dalai Lama, sembrerebbe la traduzione migliore, lasciando aperta anche il doppio significato di “triste” per via dell’esilio.

4 Le statue di burro di yak sono autentiche forme d’arte religiosa tibetana, realizzate con burro di yak colorato e utilizzate durante importanti festival buddisti come il Monlam (Festival della Grande Preghiera) che si celebra durante il Capodanno tibetano. Queste sculture effimere, che si sciolgono naturalmente con il calore, rappresentano l’impermanenza di tutte le cose secondo la filosofia buddista: un concetto centrale nel testo di Bowie che mette in contrasto la ricerca di trascendenza spirituale con la natura transitoria del mondo materiale.

Note di Daniele Federici

Autore

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    La Crew al timone di David Bowie Italia | Velvet Goldmine è formata da Daniele Federici e Paola Pieraccini. Daniele Federici è organizzatore di eventi scientifici ed è stato critico musicale per varie testate, tra cui JAM!. È autore di un libro su Lou Reed del quale ha tradotto tutte le canzoni. Paola Pieraccini, imprenditrice fiorentina, è presente su VG fin dall'inizio e lo segue dagli anni '70. Entrambi hanno avuto modo di incontrare Bowie come rappresentanti del sito.

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La Crew al timone di David Bowie Italia | Velvet Goldmine è formata da Daniele Federici e Paola Pieraccini. Daniele Federici è organizzatore di eventi scientifici ed è stato critico musicale per varie testate, tra cui JAM!. È autore di un libro su Lou Reed del quale ha tradotto tutte le canzoni. Paola Pieraccini, imprenditrice fiorentina, è presente su VG fin dall'inizio e lo segue dagli anni '70. Entrambi hanno avuto modo di incontrare Bowie come rappresentanti del sito.
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