E’ un martedì di un afoso luglio, il 19: giorno in cui succede qualcosa di impensabile. La mia mamma 74enne sale sul treno con me (incredibile evento!), ed emozionata come una bambina si accomoda in carrozza. “Sono 30 anni che non prendo il treno!”, e mentre lo dice sorride emozionata. Sono piccole gioie della vita, ma sono gioie profonde per una figlia accompagnare l’anziana madre verso la passione che accumuna entrambe. David è così, per noi: un catalizzatore.
Abbiamo pianificato questa cosa, il nostro viaggio personale nell’universo colorato di David, ci siamo scambiate libri per capire meglio ciò che avremmo visto (quelli in italiano, perchè mamma non conosce altre lingue, ma è una lettrice vorace e onniscente, da 1984 di Orwell a Fantastic Voyage per meglio comprendere i testi che le avevo portato, tradotti), abbiamo visto film e dvd di concerti insieme, poi il miracolo di una mostra, La Mostra, qui in Italia, qui vicino a noi.
All’ingresso è cominciata l’avventura nel labirinto, un brivido di adrenalina, e con le cuffiette è iniziato il viaggio…
Mi guardavo attorno ed eravamo in un luogo senza tempo, in un tempo senza spazio; e mamma, tenera, mi ha ricordato Alice nel Paese delle Meraviglie: intimidita, poi più audace, in questo mondo parallelo fatto di colori, suoni, tessuti, immagini proiettate. Un attacco ai sensi verso l’elevazione dell’anima. David would be proud of that.
Ogni didascalia, ogni oggetto, ogni singola meraviglia meritava un secondo sguardo…e ci siamo perse così, ognuna nel suo privato viaggio alla scoperta dell’Attore, dell’artista, di quel singolo uomo che ha cambiato le vite di così tanti dopo di lui.
Sensazioni fortissime, e belle: uno degli splendidi outfit di quell’ultima sera all’Hammersmith Odeon, in cui ho compiuto i 2 giorni di vita e che altrimenti non avrei mai potuto vedere dal vivo (grazie, MamBo, grazie!), l’abito da me adorato con le piume nere (meraviglioso Ziggy!), la presa di coscienza di quanto era veramente magro questo essere così pieno di energia, l’umanità delle sue debolezze in teche più piccole, e il completo indossato per Life on Mars?, in cui i braccialetti nuziali sono stati sistemati sul polso sbagliato (perchè sono a destra, quasi invisibili sotto la manica della giacca acquamarina, mannaggia!).
Fino alla sala di Ziggy, come la chiama mamma: un cubo di emozioni dove tutti si fermano, col viso rapito, verso i costumi che hanno segnato un’epoca, coinvolti e stravolti dalla musica alta, altissima, e celestiale, melodica, vibrante, l’ars magna di colui
che amiamo, mentre le immagini si rincorrono da un lato all’altro del cubo, con la sensazione che “noi” siamo dentro al cubo che rotola, e rotoliamo con lui, avvolti da lui, coccolati da ciò che è palpabile ma intoccabile, energia ed essenza.
Nell’ultima sala prima di riconsegnare le cuffie, mamma mi chiama, tutta eccitata e sorridente: “Ho trovato un’imprecisione!” mi dice, e mi fa notare che nell’abbigliamento indossato da Bowie nel Reality Tour la cintura, quella grande cintura marrone infilata nei suoi jeans scuri che in tutti i filmati è sottilmente ammiccante mentre penzola sul fronte dei jeans, qui alla mostra è stata sistemata all’interno dei passanti, in maniera “regolare”, inamovibile…
La piglio in un impeto di orgoglio e me la bacio sulla guancia. La mia antica “maman” è sempre una sorpresa, anche quando, dopo circa 4 ore di visita alla Mostra, accasciate sui sedili del treno di ritorno, mi annuncia: “Dobbiamo tornare, eh? Devo approfondire alcune cose, non ho mica visto tutto per bene”.
Storia di una giornata preziosa, storia di emozioni fra altre emozioni, storia di vite umane che si intrecciano, passato e presente, generazioni diverse, in un continuum illogico e meraviglioso, in cui questo sottile essere dalla voce potente e dai tanti talenti ha fatto la sua magia, e continua a farla. Grazie David!
Lisa e Maman
BOWIE IS.
Tante volte, leggendo riflessioni e commenti, mi sono detta: dovrei scrivere qualcosa anch’io. Ma interveniva una sorta di pudore a parlarne. Quasi che le parole potessero sminuire la portata dell’esperienza vissuta, per ben tre volte. Esperienza che si rinnova ogni momento che ritorno con la mente in quelle sale, con la voglia irrefrenabile di essere di nuovo là, ancora e ancora…. perché “Bowie is” non è la mostra di una Vita, è la Vita stessa. E’ la Casa. Il luogo dove perdersi per ritrovarsi, che poi sono la stessa cosa. L’energia dell’Universo è in quel’ Oltre che la Sua Vita mi mostra così chiaramente. Tutto è Uno. Kether racchiude Malkuth. Sto delirando? Forse… ma non riesco a parlare di quello che ho visto ed ho ascoltato.
Voi siete molto più bravi e competenti di me a raccontarlo. È proprio per questo che non mi ero mai decisa a intervenire. Ora sono stata spronata a farlo, per cui eccomi qua. Ripercorrere quelle sale è rinnovare sentimenti che ho il più delle volte vissuto in solitudine, come qualcosa di molto privato e intimo. È un viaggio nello spazio e nel tempo, ma anche fuori dallo spazio e dal tempo. È un viaggio del corpo e dell’anima. Mi ha sbattuto in faccia come e quanto David Bowie abbia vissuto integralmente la Sua spiritualità, ma anche la Sua fisicità, spronandomi ancora una volta a vivere anch’io la mia vita fino in fondo. Non che non lo sapessi, ma esserci immersa è qualcosa d’inesprimibile. Ed esserci immersa ora, dopo quel maledetto 10 gennaio. Quando quel corpo non c’è più.
Avevo già visto la mostra a Londra nel 2013, ma allora tutto era diverso: mi raccontava un viaggio che pensavo continuasse ancora a lungo qui, in questo mondo. Ora il viaggio prosegue in un’altra dimensione, che forse è la stessa, anche se la percepisco diversa. Niente è cambiato. Tutto è cambiato. Nothing is changed. Everything is changed. Fa male. Fa bene.
E riascolto quell’ultima lunga nota di ★: una linea su cui la Vita rinasce, si rigenera di continuo. Bowie is all around me. Bowie is all inside me. Bowie is. Bowie è. Punto.
“I’m the Great I Am”. Grazie David.
Paola Gostoli
(Paola ha visitato la mostra il 19 e 20 luglio, e 18 settembre)
La Crew al timone di David Bowie Italia | Velvet Goldmine è formata da Daniele Federici e Paola Pieraccini. Daniele Federici è organizzatore di eventi scientifici ed è stato critico musicale per varie testate, tra cui JAM!. È autore di un libro su Lou Reed del quale ha tradotto tutte le canzoni. Paola Pieraccini, imprenditrice fiorentina, è presente su VG fin dall'inizio e lo segue dagli anni '70. Entrambi hanno avuto modo di incontrare Bowie come rappresentanti del sito.
I miei complimenti alla mamma! Ci ha battuti tutti…neppure io ho notato questi dettagli, ma come lei tornerò…come lei “non ho mica visto tutto per bene”, sai?! 🙂
Teresa
8 anni fa
Bellissimo davvero questo commento che è una piccola , ma significativa e condivisa storia , dentro quella più ampia di questo artista che unisce più generazioni.
Si sa l’arte non ha età e anche io con i miei 63 anni rimpiango l’artista e lo tengo nel mio cuore insieme all’uomo.
Grazie David
Gloria
8 anni fa
Grazie Paola
Hai espresso benissimo le tue e le nostre emozioni.
Dici “fa male, fa bene”, hai ragione è un’altalena di emozioni.
Siamo tutti cambiati dal 10 gennaio, niente è come prima.
Grazie ancora, Paola.
E grazie David. Di tutto
Marta
7 anni fa
Scusate, sono stata alla mostra proprio oggi ma non ho trovato la tavola periodica di Bowie, ho chiesto anche agli addetti ma non ne sapevano niente.
Eppure nello speciale sulla mostra che hanno dato al cinema qualche mese fa l’ho vista ed era anche bella grossa….
Semplicemente non c’era spazio per esporla o mi sono persa una sala? Sono persino tornata indietro…
Grazie in anticipo per la risposta ^_^
Non ti sei persa la tavola periodica, a Bologna non è stata esposta. Tempo fa ne vendevano una copia come poster allo shop, ma forse è andata esaurita ormai. 🙂
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I miei complimenti alla mamma! Ci ha battuti tutti…neppure io ho notato questi dettagli, ma come lei tornerò…come lei “non ho mica visto tutto per bene”, sai?! 🙂
Bellissimo davvero questo commento che è una piccola , ma significativa e condivisa storia , dentro quella più ampia di questo artista che unisce più generazioni.
Si sa l’arte non ha età e anche io con i miei 63 anni rimpiango l’artista e lo tengo nel mio cuore insieme all’uomo.
Grazie David
Grazie Paola
Hai espresso benissimo le tue e le nostre emozioni.
Dici “fa male, fa bene”, hai ragione è un’altalena di emozioni.
Siamo tutti cambiati dal 10 gennaio, niente è come prima.
Grazie ancora, Paola.
E grazie David. Di tutto
Scusate, sono stata alla mostra proprio oggi ma non ho trovato la tavola periodica di Bowie, ho chiesto anche agli addetti ma non ne sapevano niente.
Eppure nello speciale sulla mostra che hanno dato al cinema qualche mese fa l’ho vista ed era anche bella grossa….
Semplicemente non c’era spazio per esporla o mi sono persa una sala? Sono persino tornata indietro…
Grazie in anticipo per la risposta ^_^
Non ti sei persa la tavola periodica, a Bologna non è stata esposta. Tempo fa ne vendevano una copia come poster allo shop, ma forse è andata esaurita ormai. 🙂