Il comunicato stampa: oggi è facile pensare ai musicisti rock truccati, con i capelli colorati, con gli abiti vistosi ed eccessivi. Ma nei primi anni Settanta, quando David Bowie arrivò sulle scene interpretando il personaggio di Ziggy Stardust, il suo stile, la sua immagine, il suo modo di stare in scena, crearono decisamente scompiglio. Fu lui ad inaugurare la stagione del glam, rock elettrico e grintoso ma anche allegro e leggerissimo, in grado di produrre capolavori come quelli di Bowie, dei Roxy Music, di Marc Bolan e i suoi T-Rex, ma anche veri e propri orrori come gli Slade e Gary Glitter, dando vita ad una moda che per molti anni ha dettato legge in campo rock.
Il commento di Velvet Goldmine (a cura di Walbianco): Sala piena, all’auditorium Parco della Musica, per la “lezione di rock” dedicata a David Bowie ed al glam rock. Ernesto Assante e Gino Castaldo hanno condotto il pubblico in una rapida ma intensa cavalcata attraverso gli esempi più illustri e più pittoreschi del “genere” musicale che più di altri ha segnato la rottura con la “cultura rock” degli anni 60. I due giornalisti hanno evidenziato l’elemento caratterizzante il glam, individuandolo nel desiderio di un recupero della “leggerezza”, lontano dagli intellettualismi della progressive e dall’impegno del rock della seconda metà degli anni 60, ripescando le radici del rock’n’roll attualizzato con una vena di sfacciata trasgressione. Dagli epigoni meno ricordati dal pubblico, come Suzie Quatro e gruppi come gli Sweet, alla rapida cavalcata nel successo di Marc Bolan e dei T-Rex, attraverso gli eccessi teatrali di Alice Cooper, e gli svolazzi pianistici di Elton John, si è arrivati a parlare di Bowie.
Castaldo, parlando di Bowie, ne ha sottolineato tre caratteristiche essenziali: la capacità di esaminare, destrutturare e ricostruire gli elementi cardine del rock e del rock stardom, attraverso la costruzione del personaggio fittizio di Ziggy Stardust, archetipo della rockstar, e al tempo stesso parodia dei meccanismi che governano la cultura pop ed i suoi idoli. In secondo luogo, la sua capacità di prendere elementi di cultura alta, rielaborandoli ed appropriandosene fino a trasformarli in materia popolare. Infine, la sua passione per la metamorfosi, che è ben altro che il semplice cambio di immagine o di costume, ma rientra in una tradizione culturale antichissima e sempre attuale, espressione della difficoltà di imbrigliare l’uomo in un’identità definita. La carriera del Duca è stata letta attraverso una rapida carrellata di filmati, dalle due versioni di Space Oddity, a The Jean Genie, da Rebel Rebel a “Heroes” (definita come qualcosa di molto simile ad una “poesia beat”), fino ad Ashes to Ashes, di cui sono stati letti alcuni versi, evidenziandone lo splendido egocentrismo, in chiave di riflessione smitizzante del “mito” Bowie. Pochi gli errori, alcuni dei quali tuttavia di non poco rilievo, ma nel complesso un’interessante analisi di Bowie come artista e come “personaggio”.
Uno spazio se l’è conquistato anche Velvetgoldmine, allorché Castaldo, facendo per la prima volta una eccezione alla regola, ha invitato un rappresentante del fanclub a parlare, e la nostra Valeria ha spiegato in modo sintetico ed efficace le origini di VG, del sito, e le sue iniziative.
La lezione si è poi conclusa con una doverosa citazione dei Roxy Music, molto amati da Assante, e della “gloriosa spazzatura” dei Queen. |