HEAT1
(Bowie)
Then we saw Mishima’s dog2
trapped between the rocks
blocking the waterfall3
The songs of dust
the world would end
and night was always falling
the peacock in the snow4
And I tell myself
I don’t know who I am
And I tell myself
I don’t know who I am
My father ran the prison
My father ran the prison
I can only love you
By hating him more
That’s not the truth
It’s too big a word
He believed that love is theft
Love and whores
The theft of love
And I tell myself
I don’t know who I am
And I tell myself
I don’t know who I am
My father ran the prison
My father ran the prison
But I am a seer
I am a liar
I am a seer
I am a liar
My father ran the prison
My father ran the prison
CALORE1
(Bowie)
Poi vedemmo il cane di Mishima 2
Intrappolato tra le rocce
Bloccare la cascata3
Le canzoni di polvere
il mondo sarebbe finito
e calava sempre la notte
il pavone nella neve4
E mi dico
Non so chi sono
E mi dico
Non so chi sono
Mio padre dirigeva la prigione
Mio padre dirigeva la prigione
Posso solo amarti
Odiandolo di più
Quella non è la verità
È una parola troppo grande
Egli credeva che l’amore fosse un furto
L’amore e le puttane
Il furto d’amore
E mi dico
Non so chi sono
E mi dico
Non so chi sono
Mio padre dirigeva la prigione
Mio padre dirigeva la prigione
Ma io il un veggente
Io sono un bugiardo
Io sono il veggente
Io sono un bugiardo
Mio padre dirigeva la prigione
Mio padre dirigeva la prigione
NOTE
Le parole che Bowie indicò come riferimento a “Heat” erano “Tragico”, “Nervoso” e “Mistificazione”.
1 Il brano è un chiaro omaggio ad uno dei più grandi miti di David Bowie: Scott Walker. L’atmosfera e il modo di cantare richiamano subito alla memoria Walker.
Il testo poi sembra ispirarsi direttamente al brano dei Walker Brothers “The Electrician“, tratta dall’album “Nite Flights” del 1978. Bowie non solo eseguì la cover della title track nell’album Black Tie White Noise, ma prese ispirazione da The Electrician per la sua The Motel per l’album Outside del 1995. La canzone di Walker parlava di una stanza dove delle persone venivano torturate. Heat riprende quelle atmosfere musicali e sembra quasi suggerire che sia la continuazione della storia originale dal punto di vista del figlio del torturatore.
2 Yukio Mishima è il nome d’arte dello scrittore, poeta, attore, regista giapponese Kimitake Hiraoka (1925 – 1970), considerato uno dei più importanti autori giapponesi del 20esimo secolo. Sconvolse il mondo nel 1970 quando dopo un discorso pubblico si suicidò tramite seppuku, il suicidio rituale dei samurai, trafiggendosi il ventre e facendosi poi decapitare.
3 Viene citato un passaggio del romanzo di Mishima Neve di primavera: “Kyyoaki era consapevole che Satoko aveva una cotta per lui, e fingeva indifferenza. Poco dopo quando si incontrarono tutti insieme, c’è un cattivo presagio: vedono un cane nero morto in cima ad un’alta cascata. La badessa si offrì di pregare per lui. Satollo insistette per raccogliere dei fiori per il cane insieme a Kiyoaki. Mentre Satoko è sola con Kiyoaki, sbotta: ‘Kiyo, cosa faresti se all’improvviso io non fossi più qui?’
4 Qui il riferimento è al film Amarcord di Federico Fellini, dove nel finale compare un Pavone nella neve.
Che meraviglia! Esempio eclatante di come una critica possa trasformare un’opera d’arte, in un capolavoro. Compllimenti e grazie di esistere.