Nel cuore di Londra, città che ha dato i natali artistici a David Bowie, sta per prendere vita un progetto ambizioso e rivoluzionario che promette di ridefinire il modo in cui preserviamo e condividiamo l’eredità dei grandi artisti. Il Victoria & Albert Museum ha annunciato ufficialmente che il 13 settembre 2025 aprirà le porte il David Bowie Centre presso il V&A East Storehouse, un evento che segna un momento storico nella conservazione del patrimonio culturale contemporaneo.
Un tesoro di creatività si apre al mondo
L’annuncio, atteso da tempo e finalmente confermato durante un recente evento stampa a Londra, rappresenta il culmine di un processo iniziato nel febbraio 2023. Grazie alla straordinaria collaborazione tra il David Bowie Estate, la Blavatnik Family Foundation e Warner Music Group, il Victoria & Albert Museum è riuscito ad acquisire un archivio che può essere definito, senza esagerazioni, come uno dei più significativi della storia della musica popolare.
La cifra di 90.000 oggetti può sembrare fredda statistica, ma dietro questo numero si cela un universo vibrante di creatività che racconta cinque decenni di innovazione artistica. L’archivio non è una semplice collezione di memorabilia, ma un vero e proprio viaggio attraverso il processo creativo di un artista che ha ridefinito i confini tra musica, arte visiva, moda e performance. Ne abbiamo avuto, tramite la mostra itinerante “David Bowie Is“, un piccolo assaggio negli anni passati.
Un museo vivente e interattivo
Il David Bowie Centre è stato concepito come uno spazio dinamico e multiforme, strutturato in tre zone distinte che si completano a vicenda. Non si tratta del classico museo con teche polverose e cartelli “non toccare”, ma di un ambiente interattivo dove il pubblico potrà immergersi completamente nell’universo bowieano.
Il DBC sarà ospitato all’interno del nuovo e ampio deposito museale che sorge nell’ex sito olimpico di Londra 2012 a Stratford, nella zona est della capitale britannica, e ospiterà oltre 250.000 oggetti.
La prima zona ospiterà esposizioni curate di dimensioni contenute, pensate per raccontare storie specifiche attraverso oggetti accuratamente selezionati. La seconda area sarà dedicata a installazioni audiovisive che porteranno in vita i momenti più significativi della carriera dell’artista. La terza, forse la più eccitante, sarà uno spazio di studio dove i visitatori potranno esplorare l’archivio in autonomia, seguendo i propri interessi e curiosità.
Il Centro Studi del V&A East Storehouse comprende quattro aree polivalenti, tra cui il Clothworkers’ Centre per lo Studio e la Conservazione dei Tessuti e della Moda, l’Archivio Nazionale Video delle Arti Performative (NVAP) e il Centro David Bowie.
Nel quadro di un’iniziativa volta a garantire un accesso più democratico alle collezioni nazionali del V&A, il deposito ospita il nuovo servizio ‘Richiedi un Oggetto’. È possibile prenotare in anticipo per esaminare da vicino qualsiasi oggetto presente nella struttura, con l’assistenza di personale specializzato nella manipolazione dei reperti. Il deposito è inoltre il punto d’incontro per gli ‘Incontri con gli Oggetti’, sessioni giornaliere a partecipazione libera che mettono in luce diversi aspetti della collezione.
Un patrimonio senza precedenti
Tra i tesori più preziosi dell’archivio spiccano i leggendari costumi dell’era Ziggy Stardust, creati dal genio di Freddie Burretti nel 1972. Questi abiti non sono semplici vestiti di scena, ma vere e proprie opere d’arte che hanno contribuito a ridefinire il concetto di performance musicale e identità di genere nei primi anni ’70.
Di particolare interesse sono anche i manoscritti originali di canzoni che hanno fatto la storia della musica rock, come Fame (1975), “Heroes” (1977) e Ashes to Ashes (1980). Questi documenti permettono di osservare il processo creativo di Bowie, incluso il suo utilizzo della tecnica del “cut-up“, appresa dallo scrittore William Burroughs, che consisteva nel tagliare e ricomporre testi per creare nuove associazioni di parole e significati.
Un progetto per le nuove generazioni
Particolarmente significativo è l’approccio inclusivo adottato dal V&A nella progettazione del Centro. Il team curatoriale ha infatti coinvolto attivamente giovani tra i 18 e i 25 anni provenienti dai quattro distretti olimpici di Londra (Hackney, Newham, Tower Hamlets e Waltham Forest), attraverso una collaborazione con la London Legacy Development Corporation e il Queen Elizabeth Olympic Park’s Elevate Youth Voice.
Questa scelta non è casuale: riflette la capacità di Bowie di parlare alle nuove generazioni, un’influenza che continua anche dopo la sua scomparsa. Le mostre metteranno in luce non solo i successi dell’artista, ma anche i progetti mai realizzati, le collaborazioni e le influenze che hanno plasmato la sua carriera, evidenziando come il suo impatto continui a risuonare nella cultura contemporanea, da Lana del Rey a Lil Nas X.
Un archivio in continua evoluzione
Una delle caratteristiche più innovative del Centro sarà la presenza di curatori ospiti a rotazione. Collaboratori storici di Bowie, esperti del settore, artisti contemporanei e giovani del V&A East’s Youth Collective porteranno le loro prospettive uniche sull’archivio, garantendo una continua reinterpretazione e attualizzazione del materiale.
Questa apertura a diverse voci e interpretazioni riflette perfettamente lo spirito di Bowie stesso: un artista che ha fatto della reinvenzione e del cambiamento continuo la sua cifra stilistica. Il Centro non sarà quindi un mausoleo statico, ma un organismo vivo che continuerà a evolversi e a ispirare nuove generazioni di artisti e creativi.
L’apertura del David Bowie Centre nel 2025 rappresenta molto più di un nuovo spazio espositivo: sarà un laboratorio di creatività, un archivio vivente e un punto d’incontro per fan, studiosi e artisti. Un luogo dove il passato e il futuro si incontrano, proprio come nella migliore tradizione bowieana, dove il suono e la visione si fondono in un’esperienza unica e irripetibile.
Bella iniziativa per omaggiare un grande artista quale e stato 👍