A SMALL PLOT OF LAND
(Music: Bowie/Eno/Gabrels/Garson/ Kizilcay/Campbell
Lyrics: Bowie)
Poor soul
Spit upon that
Poor soul
He never knew what hit him
And it hit him so
Poor dunce
He pushed back the pigmen
The Barbs laughed
The fool is dead
Poor dunce
He’s less than within us
The brains talk
But the will to live is dead
And prayer can’t travel so far
these days
The talk of your life
Standing so near
To innocent eyes
Poor dunce
Swings thru the tunnels
And claws his way
Is small life so manic
Are these really the days
Poor dunce
Poor dunce
VERSE
Poor soul
Poor soul
Poor soul
UN PICCOLO PEZZO DI TERRA
(Musica: Bowie/Eno/Gabrels/Garson/Kizilcay/Campbell
Testi: Bowie)
Povero diavolo
Sputaci sopra
Povera anima
Non seppe mai cosa lo colpì
E lo colpì così forte
Povero asino
Spinse indietro i porci
I barbari risero
L’idiota è morto
Povero asino
Ora è meno che mai tra noi
I cervelli parlano
Ma la volontà di vivere è morta
E la preghiera non riesce ad arrivare così lontano
In questi giorni
Il parlare della tua vita
Stando così vicino
A occhi innocenti
Povero asino.
Oscilla fra i tunnel
E artiglia la sua via
È una vita da niente, così maniacale
Sono proprio questi i giorni?
Povero asino
Povero asino
VERSE
Povera anima
Povera anima
Povera anima
NOTE
Si tratta di una composizione sperimentale e improvvisata, che mescola elementi di jazz, rock e musica industriale. Il testo è cantato dalla prospettiva degli abitanti di Oxford Town, New Jersey, una città immaginaria dove si svolge un misterioso delitto artistico. Il protagonista della canzone è un povero stolto che viene ucciso e deriso dai suoi concittadini, che lo considerano inferiore e privo di volontà di vivere. La canzone esprime il senso di alienazione e disumanizzazione della società moderna, dove l’arte e la creatività sono soffocate dalla violenza e dall’indifferenza.
Il titolo “A small plot of land” potrebbe essere ispirato da una canzone di Nat King Cole del 1936, intitolata “Thou Swell“, che contiene il verso: “Give me not a lot of, just a small plot of land“. Questa frase suggerisce il desiderio di una vita semplice e tranquilla, in contrasto con la realtà caotica e brutale descritta nella canzone di Bowie. Inoltre, la stessa frase appare nel libro del 1980 “Mille piani: capitalismo e schizofrenia” dei filosofi francesi Gilles Deleuze e Félix Guattari, che Bowie aveva letto e apprezzato. Il libro propone una visione del mondo basata su una molteplicità di piani di esistenza, che sfidano le categorie fisse e le gerarchie imposte dal capitalismo. Questa visione potrebbe aver influenzato la scelta di Bowie di creare un album concettuale e non lineare come “1. Outside“, dove i personaggi e le storie si intrecciano in modo complesso e ambiguo.
DF