Di questo videoclip esiste anche una versione “extended dance mix”, più lunga di circa 30 secondi.
Bowie girò il video a Los Angeles agli inizi del 1987, e dichiarò che esso “non era stato pensato per promuovere il singolo, ma piuttosto come un tentativo di narrare una storia in musica utilizzando il formato del videoclip“. Disse inoltre di aver scelto di pubblicare Day In Day Out come singolo di lancio dell’album “più come un’energica dichiarazione di intenti“, piuttosto che per fini solamente commerciali.
Bowie disegnò uno storyboard di ogni sequenza del video, lasciando poi al regista l’organizzazione della messa in scena. Julien Temple e Bowie diressero insieme il video, che rendeva il messaggio del brano molto esplicito, mostrando una giovane coppia alle prese con una società spietata vegliata da un paio di angeli attraverso una falsa telecamera. Il video venne messo al bando da molte emittenti televisive (ma non dalla BBC, che mostrò la prima parte del video in Top of the Pops), nonostante fosse stata eliminata del tutto la scena dello stupro della ragazza, e modificata quella dove il figlioletto della coppia pronuncia le parole “Mom”, “Food” e “Fuck” (la versione censurata vede il bambino dire “Mom”, “Look” e “Luck”).
Quando Bowie venne a sapere che il video era stato vietato, dichiarò: “Penso che sia ridicolo. Loro [i censori] si sono fatti trarre in inganno da quello che sembra ma non da quello che viene veramente detto nel video”.
Nonostante le polemiche, il video ricevette una nomination agli MTV Video Music Awards del 1987 nella categoria “Best Male Video”, ma perse contro Sledgehammer di Peter Gabriel.