01 | If There Is Something | 3:55 |
02 | Amazing | 4:06 |
03 | I Can’t Read | 6:25 |
04 | Stateside | 8:11 |
05 | Under the God | 4:05 |
06 | Goodbye Mr. Ed | 3:31 |
07 | Heaven’s in Here | 12:05 |
08 | You Belong in Rock’n’Roll | 6:59 |
Tutti i brani sono composti da David Bowie ad eccezione di Kingdom Come scritta da Tom Verlaine
Informazioni
Data di Uscita
2 Luglio 1992
Registrazione
Boston, 20 novembre 1991; New York, 27 novembre 1991; Chicago, 7 dicembre 1991; Tokyo, 5 febbraio 1992; Sapporo, 10 febbraio 1992
Produzione
Reeves Gabrels, Max Bisgrove, Tom Dubé, Dave Bianco, David Bowie
Recensione
“Oy Vey Baby “è il terzo e ultimo album dei Tin Machine. L’album è una registrazione dal vivo di alcuni concerti tenuti nel 1991 e 1992, durante il tour di promozione del secondo album del gruppo, “Tin Machine II“.
Il titolo è un’espressione yiddish che significa “oh mio Dio” o “oh guai”, ed è probabilmente un riferimento ironico alla scarsa accoglienza che il progetto Tin Machine aveva ricevuto da parte di critica e pubblico.
L’album contiene solo otto brani.
La critica dell’epoca non fu tenera con “Oy Vey Baby”, definendolo un fallimento artistico e commerciale. Alcune delle recensioni più negative furono:
– “Un disco inutile e noioso, che non aggiunge nulla alla discografia dei Tin Machine né a quella di Bowie. Una raccolta di canzoni mediocri eseguite con scarsa ispirazione e pessima qualità sonora.” (Rolling Stone)
– “Un disastro sonoro che fa rimpiangere i tempi in cui Bowie era un innovatore e non un imitatore. I Tin Machine sono una band senza personalità né talento, che produce solo rumore e confusione.” (NME)
– “Un album che dimostra come Bowie abbia perso il contatto con la realtà e con il suo pubblico. I Tin Machine sono una brutta copia dei Nirvana, ma senza la freschezza e l’energia del grunge. Un esperimento fallito che dovrebbe essere dimenticato al più presto.” (Q)
Non mancarono anche alcune recensioni positive, che apprezzarono il coraggio e la sincerità di Bowie nel perseguire la sua visione artistica senza compromessi. Alcune delle recensioni più lodevoli furono:
– “Un disco coraggioso e onesto, che mostra il lato più umano e vulnerabile di Bowie. I Tin Machine sono una band coesa e potente, che sa creare atmosfere intense e coinvolgenti. Un album che sfida le convenzioni e le mode del momento.” (Melody Maker)
– “Un disco che rivela la passione e la vitalità di Bowie per la musica rock. I Tin Machine sono una band che suona con furore e spontaneità, dando vita a brani carichi di emozione e significato. Un album che non ha paura di esplorare territori oscuri e scomodi.” (Spin)
– “Un disco che testimonia la creatività e la versatilità di Bowie come artista. I Tin Machine sono una band che mescola influenze diverse, dal punk al blues al metal, creando un sound originale e sorprendente. Un album che merita rispetto e attenzione.” (The Guardian)
“Oy Vey Baby” è un album sicuramente controverso, che ha suscitato reazioni contrastanti tra i fan di Bowie e tra i critici musicali. Mostra i Tin Machine come un gruppo coeso e sperimentale, ma anche come un gruppo in crisi e in cerca di una direzione. L’album non ha avuto molto successo commerciale e ha segnato la fine dell’avventura dei Tin Machine, che si sono sciolti poco dopo la sua uscita.
di Daniele Federici
Musicisti
David Bowie
(voce, chitarra, pino, sax)
Reeves Gabrels
(chitarra, cori)
Hunt Sales
(batteria, cori)
Tony Sales
(basso, cori)
Eric Schermerhorn
(chitarra ritmica, cori)
CREDITI
Annamaria Di Santo
(foto)
Reiner Design Consultants
(Design di copertina)