JUMP (THEY SAY)
(Bowie)
When comes the shaking man
A nation in his eyes
Striped with blood and emblazed tattoo
Streaking cathedral spire
They say
he has no brain
They say
he has no mood
They say
he was born again
They say
look at him climb
They say ‘Jump’
They say
he has two gods
They say
he has no fear
They say
he has no eyes
They say
he has no mouth
They say hey that’s really something
They feel he should get some time
I say he should watch his ass
My friend don’t listen to the crowd
They say ‘Jump’
Got to believe somebody
Got to believe
SALTA (DICONO)
(Bowie)
Quando arriva l’uomo tremante,
tutto il paese è nei suoi occhi,
ha strisce di sangue e un tatuaggio smagliante
che venano la guglia della cattedrale.
Dicono
che non ha cervello,
dicono
che non ha umore,
dicono
che è rinato.
Dicono:
«Guarda come si arrampica!».
Dicono: «Salta!»
Dicono
che ha due dei,
dicono
che non ha paura,
dicono
che non ha occhi,
dicono
che non ha bocca.
Dicono: «Ehi! Questo è grande!».
Sanno che dovrebbe prendersi un po’ di tempo.
Io dico che dovrebbe guardarsi il culo.
Amico non dar retta alla gente,
ti dice: «Salta!».
Bisogna credere a qualcuno.
Bisogna credere.
NOTE
Il brano, come dichiarato da Bowie in un’intervista alla rivista NME, è ispirata dal suicidio del suo fratellastro Terry Burns, che si è tolto la vita lanciandosi sotto un treno il 16 Gennaio 1985.
“ ‘Jump They Say’ è parzialmente basata sul ricordo del mio fratellastro e probabilmente, per la prima volta, sul tentativo di scrivere come mi sono sentito quando si è suicidato. È anche legata alla mia sensazione di aver talvolta compiuto un viaggio metafisico nell’ignoto e di essermi chiesto se davvero credessi che ci fosse qualcosa là fuori a sostenermi, in qualunque modo lo si voglia chiamare: un Dio o una forza vitale? È un pezzo impressionista, non ha una trama narrativa chiara e coesa, a parte il fatto che il protagonista della canzone scala una guglia e salta giù.
C’è anche una ragione personale per cui ho inserito la cover di “I Feel Free” dei Creams nell’album. Una delle volte che sono uscito con il mio fratellastro, l’ho portato a vedere un concerto dei Cream a Bromley, e circa a metà – e mi piace pensare che sia stato durante “I Feel Free” – ha iniziato a sentirsi molto, molto male… Aveva spesso delle visioni. Ricordo che dovetti portarlo fuori dal locale perché la cosa cominciava a fargli male: ondeggiava… Non aveva mai sentito niente di così forte; aveva dieci anni più di me e non era mai stato in un rock club, perché il jazz era la sua passione da giovane. Mi fece conoscere Eric Dolphy…
Comunque, siamo usciti in strada e lui è crollato a terra e ha detto che il terreno si stava aprendo e che c’era fuoco e roba che usciva dal marciapiede, e io potevo quasi vederlo per lui, perché lo stava spiegando in modo così articolato. Quindi le due canzoni sono vicine nell’album per ragioni molto personali”. David Bowie, NME, 1993
lo trovo un capolavoro
Tremendamente bella.
Più il tempo passa per questo brano e più acquista bellezza