È uscito nei mesi scorsi per Edizioni Le Mezzelane Inventario letterario nel mondo di David Bowie, un volume di Alessio Barettini, curato da Maria Grazia Beltrami, che si distingue per l’approccio originale con cui affronta l’opera dell’artista inglese. Non un semplice omaggio né una classica biografia musicale, ma un’analisi articolata delle fonti letterarie che hanno influenzato la sua produzione. Oggi lo recensiamo, a qualche tempo dalla pubblicazione, per mettere in luce la ricchezza e l’importanza di un lavoro che colma un vuoto negli studi dedicati a Bowie.
Il nuovo “Inventario letterario nel mondo di David Bowie” di Alessio Barettini, curato da Maria Grazia Beltrami, si propone come una ampia e articolata disamina dell’universo culturale che ha forgiato il mito di Bowie. In un contesto editoriale ormai saturo di omaggi e analisi superficiali, questo volume di 480 pagine si distingue per la sua originalità, colmando un vuoto negli studi bowieani focalizzati sulla musica e sull’immagine a discapito dell’influenza letteraria. L’autore scava in profondità nell’intricata rete di riferimenti e dialoghi che intercorrono tra musica, letteratura e storia personale del nostro, e offre una lettura che, pur essendo densa e informativa, non rinuncia a una vena narrativa lucida.
Partiamo dai 100 libri preferiti
Il punto di partenza del volume è la celebre lista dei 100 libri preferiti di Bowie, pubblicata nel 2013, ma il libro va ben oltre un semplice elenco. Costruisce è una vera e propria mappa per decifrare il processo creativo dell’artista, tessendo collegamenti illuminanti tra autori come Anthony Burgess e brani come Suffragette City, o tra Albert Camus e Sound and Vision. Il libro aiuta a rivelare come ogni lettura si trasformasse in materia viva nella produzione musicale di Bowie, dalle influenze di Yukio Mishima in African Night Flight ai riferimenti a T.S. Eliot in The Waste Land.
I modi e i tempi
Il libro si struttura in due parti principali: “I modi” e “I tempi”. La prima sezione si focalizza sui molteplici alter ego e maschere assunte da Bowie lungo la sua carriera. Si esplora come la molteplicità dei nomi, da Ziggy Stardust al Duca Bianco, diventi il simbolo di una personalità in costante mutamento, capace di liberarsi dai limiti di un’identità fissa per abbracciare l’universalità.
Emerge qui un parallelo affascinante con la citazione di Umberto Eco sulla lettura come strumento per “vivere molte vite“, concetto che l’autore applica bene alla metamorfosi artistica di Bowie. Il lettore è invitato a interrogarsi sul significato dell’assenza di un “io” stabile, un’assenza che, paradossalmente, diventa il fondamento di una presenza artistica colossale e indefinibile. Il libro propone un’analisi approfondita degli alter ego di Bowie, presentandoli non come semplici travestimenti scenici, ma come espressioni autentiche della sua libertà creativa, elemento costante e fondante di tutta la sua carriera.
I tempi: un percorso disco per disco
La seconda parte, intitolata “I tempi”, ripercorre il percorso evolutivo di Bowie, mettendo in relazione gli sviluppi musicali con quelli culturali e letterari. Barettini analizza i testi di Bowie album per album, legandoli alle fasi della sua vita e alle sue letture. Da un giovane David Robert Jones, cresciuto nelle strade di Brixton, all’icona globale, viene esposto con rigore analitico il modo in cui Bowie abbia saputo attingere da una ricca tradizione letteraria per costruire un discorso artistico in continua evoluzione.
Esempi illuminanti abbondano: Low (1977) viene associato a Christopher Isherwood e al tema dell’alienazione berlinese, mentre Blackstar (2016), il suo testamento artistico, è analizzato attraverso riferimenti omerici e shakespeariani. Si delinea così la figura di un “lettore ossessivo” che, lungi dall’essere soltanto un esecutore di mode, diventa un intellettuale inquieto, capace di trarre ispirazione da una vasta gamma di testi per dar vita a una narrativa personale in costante dialogo con il mondo.
Il ponte tra cultura alta e popolare
Una delle analisi più affascinanti del volume riguarda la capacità unica di Bowie di fondere la letteratura “alta” con elementi della cultura popolare. Barettini esplora questo dualismo con intelligenza, collegando ad esempio il fumetto Beano alla vena ironica di Bowie o Il Gattopardo al tema della decadenza in Lazarus. Questo approccio rivela un artista che ha saputo abbattere le barriere tra generi e livelli culturali, anticipando di decenni la fluidità che caratterizza l’era contemporanea.
Il parallelismo con Bob Dylan è particolarmente stimolante: mentre entrambi hanno elevato i testi musicali a forma d’arte letteraria, Bowie ha percorso una strada peculiare, abbracciando una metamorfosi costante che lo distingue da tutti i suoi contemporanei. Avremmo messo, in parallelo, anche il suo amico Lou Reed.
Riferimenti inediti
Il libro brilla particolarmente quando svela connessioni meno ovvie, come quello tra la poetessa Saffo in Scary Monsters o del mistico Eliphas Lévi nell’iconografia esoterica di Bowie. Non sempre si è d’accordo con le connessioni, ma anche quelle un po’ forzate offrono spunti di riflessione. Questi esempi mostrano la profondità dell’analisi del libro, capace di scoprire nessi inattesi che non devono essere necessariamente presi per assodati, ma che aprono comunque nuovi spunti di riflessione. Anche perché l’autore non si limita a elencare titoli e riferimenti, ma riesce a tessere insieme queste citazioni in una trama coerente e suggestiva, in cui ogni riferimento diventa il tassello di un mosaico più grande.
Un’indagine intellettuale ambiziosa, con qualche limite
Non mancano nel libro alcuni punti di debolezza, che non intaccano però il valore complessivo. La vastità degli argomenti trattati, se da un lato testimonia la complessità dell’artista, dall’altro può rivelarsi, a tratti, eccessivamente densa e persino disorientante per chi non è già un cultore profondo di Bowie. Alcune sezioni rischiano di “affondare” il lettore in una marea di dati e citazioni che, pur essendo preziosi, potrebbero beneficiare di un’ulteriore rifinitura editoriale mirata a snellire il flusso narrativo.
“Inventario letterario nel mondo di David Bowie” si distingue però, a prescindere, per la sua ambizione intellettuale e per il coraggio di attraversare i confini tra discipline diverse, riuscendo a dare voce non solo agli aspetti musicali della carriera di Bowie, ma anche a quelle sfumature letterarie e culturali che lo hanno reso un autentico pioniere. È una testimonianza delle capacità che ben conosciamo di essere, al contempo, un cantastorie e un intellettuale. Soprattutto, un uomo che ha saputo reinventarsi continuamente sfruttando ogni mezzo a disposizione, dalla scrittura alla musica, dalla poesia alla critica sociale.
Lo abbiamo detto, lo ripetiamo: dalla morte di Bowie ogni nuovo omaggio editoriale è sembrato ricalcare meccanicamente formule già collaudate. Non questo volume, che si presenta come una boccata d’aria fresca. Con una prosa che unisce rigore accademico a uno stile accessibile, riesce a rappresentare una mappa complessa e stratificata del pensiero e della creatività di un artista che ha sempre saputo rompere gli schemi. È un invito a guardare oltre l’immagine patinata della rockstar per scoprire in profondità le contraddizioni, le aspirazioni e le sfumature che hanno reso Bowie uno dei protagonisti culturali più importanti del nostro tempo.
Ma non lo vorremmo ridurre ad un libro per appassionati di Bowie o studiosi. In realtà è un libro che può parlare a chiunque sia interessato a capire come arte e vita possano intrecciarsi in un dialogo continuo e stimolante. La definirei un’indagine intellettuale. Un libro per chi desidera andare oltre la superficie di un’icona e scoprire le radici culturali di un mito.
Per me è una splendida notizia perché dopo il libro sui 100 libri preferiti di Bowie non avevo più visto nelle librerie altri titoli rilevanti. Non capisco perché non sia stato distribuito, sono un’assidua frequentatrice di librerie ma non l’avevo mai visto! Grazie per la segnalazione e soprattutto per la recensione. Non vedo l’ora di leggerlo.