01 | Warszawa | 6:53 |
02 | “Heroes” | 6:19 |
03 | What in the World | 4:25 |
04 | Be My Wife * | 2:49 |
05 | The Jean Genie ** | 6:17 |
06 | Blackout | 4:00 |
07 | Sense of Doubt | 3:07 |
08 | Speed of Life | 2:40 |
09 | Breaking Glass | 3:22 |
10 | Beauty and the Beast | 5:06 |
11 | Fame | 4:13 |
12 | Five Years | 3:57 |
13 | Soul Love | 2:56 |
14 | Star | 2:28 |
15 | Hang On To Yourself | 3:22 |
16 | Ziggy Stardust | 3:30 |
17 | Suffragette City ** | 3:58 |
18 | Art Decade | 3:01 |
19 | Alabama Song | 3:55 |
20 | Station to Station | 8:43 |
21 | Stay * | 7:21 |
22 | TVC15 | 4:36 |
** Bonus track inedite aggiunte sulla ristampa del 2017
Informazioni
Data di Uscita
8 Settembre 1978
Registrazione
Philadelphia, Providence e Boston – 28/29 Aprile e 5/6 Maggio 1978
Produzione
David Bowie, Tony Visconti
Recensione
“Stage” è il secondo album dal vivo di David Bowie, pubblicato nel 1978 dalla RCA Records. Si tratta di una testimonianza della fase berlinese del Duca Bianco, che aveva appena pubblicato i capolavori “Low” e “Heroes”, e che si apprestava a completare la trilogia con “Lodger“. L’album è stato registrato durante il tour che seguì l’uscita di “Heroes“, in diverse città americane, tra cui Filadelfia, Providence e Boston. Il disco contiene brani tratti dai tre album citati, oltre a cinque canzoni dal classico “The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars“.
La recensione dell’epoca della rivista Rolling Stone definì “Stage” come “un album live eccellente, ma non eccezionale”, sottolineando la qualità della band che accompagnava Bowie, ma anche la mancanza di spontaneità e di interazione con il pubblico. Il critico scrisse che “Bowie sembra più interessato a presentare le sue canzoni come opere d’arte che come performance rock”. Altri commenti dell’epoca furono più positivi.
A distanza di anni, “Stage” si rivela un album live di grande valore, che mostra la versatilità e la creatività di Bowie in una delle sue fasi più innovative e influenti. Il disco offre una panoramica delle diverse sfaccettature del suo stile, dal glam rock di Ziggy Stardust al rock sperimentale di “Low” e “Heroes“, passando per il soul-funk di “Station to Station” e “Fame“. La band che lo accompagna è formidabile, con musicisti del calibro di Adrian Belew alla chitarra, Carlos Alomar al basso e Simon House al violino. La produzione di Tony Visconti è impeccabile, e rende giustizia alla potenza e alla precisione delle esecuzioni.
Tra i momenti più alti dell’album ci sono le versioni live di “Warszawa“, “Speed of Life“, “Art Decade” e “Sense of Doubt“, brani strumentali che creano un clima ipnotico e suggestivo, in cui le tastiere si fondono con le chitarre e i fiati. Il brano più celebre dell’album è sicuramente “Heroes“, dove la voce di Bowie raggiunge qui il suo apice emotivo.
Un grande miglioramento lo hanno apportato senza dubbio apportato dalle due ristampe del 2005 e del 2017, che hanno ripristinato la scaletta originale restaurando la corretta cronologia dei brani.
“Stage” è un documento storico che testimonia la grandezza artistica di Bowie in uno dei suoi tour più sofisticati e significativi.
di Daniele Federici
Musicisti
David Bowie
(voce, tastiere)
Carlos Alomar
(chitarra ritmica, cori)
Dennis Davis
(batteria e percussioni)
George Murray
(basso, cori)
Sean Mayes
(piano, archi, cori)
Adrian Belew
(chitarra solista, cori)
Simon House
(violino, mandolino)
Roger Powell
(tastiere, sintetizzatore, cori)
CREDITI
Gilles Riberolles
(foto di copertina)
Jan Michael Alejandro
(tecnico)
Vern “Moose” Constan
(tecnico)
Leroy Kerr
(tecnico)
Rob Joyce
(stage manager)